Torrenti e cascate effetto seta dell’acqua

Torrenti e cascate effetto seta dell’acqua.

Ciao a tutti
Volevo scrivere un paio di righe su alcune foto che ho fatto quest’estate in Val di Rabbi sul percorso che porta alle Cascate di Saent.
E’ una delle escursioni che preferisco sia per la bellezza dei paesaggi sia per le molte possibilità fotografiche offerte.
Volevo porre l’attenzione su un paio di scatti nei quali ho sperimentato la tecnica della lunga esposizione per ottenere un effetto setato dell’acqua.
Infatti, il torrente che affianca a lungo il sentiero, prima di arrivare alle cascate, carico di acqua, si prestava bene per provare questa tecnica.

Ecco la foto:

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Per ottenere uno scatto simile bisogna aumentare il tempo di esposizione senza sovraesporre l’immagine, l’unico modo di farlo è ridurre sensibilmente la quantità di luce presente.
La cosa migliore sarebbe quella di scegliere un orario o all’alba o al tramonto in cui la luce è naturalmente poca, ma come il solito, almeno nel mio caso, non mi trovo mai nel posto giusto con la luce giusta, e quindi seguendo la logica, ho cercato di ridurre la quantità di luce settando la macchina come di seguito descrivo.
Normalmente utilizzando un filtro neutro ND8, che pure io ho utilizzato, che va applicato frontalmente all’obiettivo si è già a buon punto ma nel mio caso anche se era nuvoloso, erano le 10.30 e la luce era veramente tanta.
Ho impostato la macchina a 100 ISO in AV, priorità di diaframma, a F/22, massima chiusura di diaframma per il Canon 24-105 IS, e s’incominciavano a vedere i primi scatti con l’effetto mosso dell’acqua.
Sempre seguendo la stessa logica ho voluto provare a montare anche un filtro polarizzatore circolare che in teoria dovrebbe rubare un ulteriore stop di luce e ottimizzare riducendoli alcuni riflessi dell’acqua.
Tutto quello sopra descritto mi ha dato la possibilità di avere un tempo di 0.6 secondi, sufficienti per ottenere l’effetto desiderato.
Quest’articolo non vuole essere una guida per come ottenere delle fotografie con questo effetto artistico, ma volevo dimostrare che seguendo la logica e analizzando le condizioni ambientali si possa ottenere un buon risultato anche quando in teoria non sarebbe possibile.
Giusto per completezza aggiungo un paio di altre cose che servono, è di obbligo un cavalletto, è consigliato scattare con un telecomando o con la funzione dello scatto ritardato e inoltre se la fotocamera lo prevede, è meglio attivare la funzione del sollevamento dello specchio.

Di seguito voglio postare anche la foto della meta dell’escursione, le Cascate di Saent.

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In questo caso però, nonostante avessi riprovato a replicare l’effetto dello scatto precedente, la foto che ho preferito è quella con dei parametri standard e senza filtri perché rendeva meglio l’idea della forza e l’impeto dell’acqua.
Nella My Gallery qui, comunque potete vedere anche gli altri scatti per capire di cosa sto parlando.
Da rilevare la difficoltà maggiore perché l’infrangersi della cascata sulle rocce nebulizzava l’acqua che bagnava l’attrezzatura e quindi il tempo per preparare lo scatto non era molto almeno che uno non intendesse lavare la macchina.
L’unico consiglio che mi sento di dare in questi casi è di avere con sé un panno in microfibra e finito lo scatto asciugare bene la macchina.
Grazie per l’attenzione
Ciao e buona luce Alberto